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Decreto agrivoltaico: le novità per un settore in crescita

11/11/2025

L’agrivoltaico è pronto a diventare uno dei motori della transizione energetica italiana. Con il decreto agrivoltaico 2025, il settore guadagna flessibilità su tempi e procedure, sbloccando progetti che con le regole precedenti avanzavano a fatica. È un modello che unisce produzione di energia rinnovabile e valorizzazione dei terreni agricoli, con ricadute positive su tutela del paesaggio, resilienza climatica e redditività delle aziende agricole. Le novità toccano scadenze, penalità, requisiti tecnici e platea dei beneficiari.

Agrivoltaico: cos’è e come funziona

L’agrivoltaico integra impianti fotovoltaici e attività agricola o pastorale sulla stessa superficie. L’obiettivo è triplice: autoprodurre energia da fonte solare, sostenere la produzione agricola e preservare il territorio.

Le soluzioni tecnologiche più usate

  • Strutture sopraelevate: i moduli vengono installati più in alto rispetto al suolo per consentire il passaggio di macchine e attività colturali.
  • Tracker e moduli orientabili: l’inseguimento del sole aumenta la resa e, se necessario, lascia più luce alle colture nei momenti critici.
  • Monitoraggio avanzato: sistemi digitali misurano produzione elettrica, umidità del suolo, microclima, risparmio idrico e impatti sulle rese agricole, così da ottimizzare il binomio energia-agricoltura.

Perché è una coesistenza virtuosa

Le tecnologie dedicate permettono di sfruttare i terreni più esposti al sole senza sottrarli all’agricoltura. La parziale ombreggiatura può ridurre lo stress idrico e migliorare alcune rese, mentre l’energia prodotta contribuisce agli obiettivi climatici e alla competitività delle imprese. I requisiti tecnici fissati dal GSE inquadrano proprio questo equilibrio.

Le novità del decreto agrivoltaico 2025

Il decreto ministeriale di giugno 2025 ha aggiornato scadenze e regole operative del precedente quadro normativo per l’agrivoltaico innovativo, con l’obiettivo di accelerare i cantieri e garantire una rendicontazione più realistica dei progetti collegati al PNRR.

Scadenze più flessibili

  • 30 giugno 2026: non è più la data per l’entrata in esercizio, ma il termine per il completamento dell’installazione degli impianti già in graduatoria.
  • Entrata in esercizio: deve avvenire entro 18 mesi dal completamento dell’installazione.
  • Rendicontazione delle spese: le imprese avranno tempo fino al 31 ottobre 2026 per richiedere l’erogazione dei contributi in conto capitale.

Penalità ridotte e più graduali

Se l’entrata in esercizio slitta oltre i 18 mesi, la tariffa incentivante subisce una riduzione dello 0,5% per ogni mese di ritardo, fino a un massimo di nove mesi. Oltre tale soglia si perde il diritto agli incentivi. È un meccanismo meno punitivo rispetto al passato, pensato per gestire criticità di filiera e ritardi nei permessi.

Chi può accedere agli incentivi

La normativa definisce con chiarezza i soggetti ammessi a partecipare alle procedure e a beneficiare dei contributi.

Requisiti dei beneficiari

  • Imprenditori agricoli e imprese agricole, anche in forma di società, cooperative o consorzi.
  • Associazioni temporanee di imprese (ATI), purché includano almeno un soggetto agricolo.
  • Requisito economico: gli operatori agricoli devono aver registrato, nell’anno precedente la domanda, un fatturato pari o superiore a 7.000 euro.

Il requisito economico mira a garantire la solidità finanziaria dei richiedenti e la continuità delle attività agricole. Il sistema di incentivi prevede un contributo in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili, combinato con una tariffa incentivante sull’energia immessa in rete.

I requisiti tecnici dei sistemi agrivoltaici avanzati

Per rientrare tra i progetti incentivabili, gli impianti devono rispettare precisi requisiti tecnici stabiliti dal Gestore dei Servizi Energetici.

Tre capisaldi fondamentali

  • Strutture sopraelevate che permettono l’uso agricolo e l’accessibilità al terreno.
  • Sistemi di monitoraggio per la produzione di energia e per lo stato delle colture e del suolo.
  • Superficie agricola minima: almeno il 70% dell’area complessiva deve restare destinata all’attività agricola o pastorale.

Solo i sistemi che soddisfano queste condizioni possono essere considerati impianti agrivoltaici avanzati e accedere agli incentivi. L’obiettivo è evitare che l’agrivoltaico diventi una semplice copertura fotovoltaica su terreno agricolo, garantendo invece un’integrazione reale tra energia e agricoltura.

Come preparare un progetto agrivoltaico competitivo

Per aumentare le probabilità di successo, un progetto deve essere credibile sia dal punto di vista tecnico sia da quello agronomico. È utile:

  • predisporre un piano agronomico dettagliato, coerente con le colture presenti;
  • scegliere un layout sopraelevato che consenta l’uso continuativo del suolo;
  • pianificare strumenti di monitoraggio e reportistica per documentare i benefici ambientali;
  • affidarsi a partner con esperienza nella gestione di impianti agrivoltaici e nelle procedure GSE.

Un’opportunità anche per i piccoli investitori

L’agrivoltaico non è solo una prospettiva per aziende agricole e grandi operatori energetici. Anche i piccoli risparmiatori possono partecipare alla crescita del settore attraverso modelli di investimento collettivo come i parchi solari condivisi.

Progetti come il Parco Solare di Ragusa, promosso da GridShare, mostrano come il fotovoltaico e l’agricoltura possano convivere e generare valore condiviso. Questi progetti permettono di acquistare quote di impianti agrivoltaici e beneficiare dei ricavi derivanti dalla produzione di energia, senza dover gestire direttamente le complessità operative o burocratiche.

È un modo per contribuire alla transizione ecologica e ottenere un ritorno economico legato a un’infrastruttura reale e sostenibile.

Conclusioni

Con il decreto agrivoltaico 2025, l’Italia compie un passo decisivo verso un modello di sviluppo sostenibile che mette insieme energia rinnovabile e agricoltura. Le nuove scadenze, le penalità ridotte e i requisiti chiari rendono più agevole la realizzazione dei progetti, mentre gli incentivi e i controlli tecnici garantiscono standard elevati di qualità e trasparenza.

L’agrivoltaico rappresenta un settore in forte espansione, in grado di creare valore economico, ambientale e sociale. E, grazie ai parchi solari condivisi, diventa un campo aperto anche a chi vuole investire nell’energia green senza possedere terreni o impianti, ma con la consapevolezza di contribuire a un futuro più sostenibile.