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Fotovoltaico e Finanziaria 2026: quali novità in arrivo?

21/11/2025

L’impostazione generale della manovra riflette una disponibilità di risorse limitata, condizione che spinge il Governo a concentrare gli interventi in settori considerati prioritari per la crescita economica. Le misure più rilevanti in ambito energetico riguardano infatti il comparto produttivo, con l’obiettivo di aumentare l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili.

Incentivi per le imprese che investono nel fotovoltaico

Per le aziende vengono introdotte nuove agevolazioni dedicate agli investimenti in impianti alimentati da fonti rinnovabili. Accedono ai benefici tutte le imprese che installano sistemi finalizzati a incrementare l’autonomia energetica. Nel caso del fotovoltaico, però, è prevista una clausola stringente: i moduli utilizzati dovranno essere prodotti all’interno dell’Unione Europea ed essere caratterizzati da alti livelli di efficienza.

Una scelta che punta a favorire la filiera europea e a ridurre la dipendenza da prodotti extra-UE, in linea con i recenti indirizzi europei sulla sicurezza energetica e industriale.

Fotovoltaico e privati: poche novità, alcuni obblighi in più

Il capitolo più atteso per molti cittadini riguarda gli incentivi all’installazione domestica di impianti fotovoltaici. La Finanziaria 2026, però, non introduce misure nuove di particolare impatto.

Obbligo di verifica decennale per gli impianti più grandi

Per gli impianti con potenza pari o superiore a 11,08 kW viene introdotto l’obbligo di verificare, ogni dieci anni, il corretto funzionamento delle protezioni di interfaccia. L’obiettivo è garantire la sicurezza e la continuità delle prestazioni, soprattutto per gli impianti connessi in rete.

Obbligo di rinnovabili negli edifici nuovi e in ristrutturazione

Le nuove costruzioni dovranno coprire almeno il 60 per cento dei consumi energetici tramite fonti rinnovabili. Il requisito si applica anche agli interventi di ristrutturazione, seppure con una percentuale dimezzata. Il fotovoltaico è una delle tecnologie più utilizzate per soddisfare questo obbligo, anche grazie alla sua capacità di adattarsi a edifici di tipologie diverse.

Contributi per le Comunità Energetiche Rinnovabili nei piccoli comuni

Il testo della manovra conferma un contributo a fondo perduto pari al 40 per cento delle spese sostenute per la creazione di CER in comuni con meno di 50.000 abitanti. Una misura mirata a sostenere progetti collettivi di produzione energetica, sebbene rappresenti un ambito diverso rispetto all'installazione domestica tradizionale.

Bonus confermati: cosa rimane per il fotovoltaico domestico

L’aspetto più rilevante per i cittadini è la conferma dei bonus già esistenti, senza modifiche sostanziali.

Bonus ristrutturazioni: il principale strumento per il fotovoltaico domestico

Il cosiddetto Bonus Casa, o bonus ristrutturazioni, viene prorogato anche per il 2026. Prevede:

  • detrazione del 50 per cento delle spese sostenute
  • tetto di spesa massimo pari a 96.000 euro
  • recupero della detrazione in dieci anni tramite dichiarazione IRPEF

La detrazione include anche gli interventi di riqualificazione edilizia che comprendono l’installazione di impianti fotovoltaici. È allo studio la possibilità di ridurre da dieci a cinque anni il periodo di recupero della detrazione, ma il Parlamento dovrà valutare la sostenibilità della proposta.

Per le seconde case, invece, la detrazione scende al 36 per cento, con un limite di spesa massimo di 48.000 euro.

Conto Termico 3.0: benefici mirati, non per tutti

Un altro strumento potenzialmente rilevante è il Conto Termico 3.0. Tuttavia, le agevolazioni qui previste riguardano interventi orientati a migliorare l’efficienza energetica complessiva dell’edificio. La semplice installazione di un impianto fotovoltaico destinato a ridurre i costi della bolletta rimane esclusa, limitandone quindi l’applicabilità per molti proprietari.

Un 2026 senza rivoluzioni: il fotovoltaico resta conveniente, ma con risorse limitate

Il quadro complessivo evidenzia un approccio cauto: nessuna nuova detrazione strutturale per i privati e obblighi che, pur orientati a migliorare la qualità degli impianti, non incidono sui costi di installazione.

Questo scenario rischia di rallentare gli investimenti domestici, soprattutto in un momento in cui l’aumento dei consumi energetici e la volatilità dei prezzi rendono l’autoproduzione sempre più interessante. Nel breve termine, gran parte delle risorse pubbliche dedicate all’energia rinnovabile continuerà a concentrarsi sui progetti sostenuti dal PNRR, spesso legati a infrastrutture pubbliche o interventi industriali.

Cosa fare allora? L’alternativa dei parchi solari condivisi

Se il 2026 non offrirà nuovi incentivi diretti per chi vuole installare un impianto fotovoltaico a casa, esistono comunque strade alternative per chi desidera ridurre la bolletta energetica o investire nel settore dell’energia solare.

Come funzionano i parchi solari condivisi

I parchi solari condivisi permettono di acquistare una o più quote di un impianto fotovoltaico di grandi dimensioni, realizzato in aree con irraggiamento elevato. L’energia prodotta viene venduta e i ricavi generati dalle quote sottoscritte vengono corrisposti agli aderenti, contribuendo a compensare i costi della bolletta elettrica e, in molti casi, generando un rendimento competitivo rispetto a strumenti finanziari tradizionali.

L’intero processo, dall’adesione alla gestione, avviene tramite piattaforme digitali autorizzate. Non è necessario installare nulla sulla propria abitazione e non ci sono oneri tecnici o manutentivi a carico dell’utente.

Un’opportunità per chi non può installare pannelli sul proprio edificio

Molti immobili, soprattutto nei centri storici o in condomini con vincoli strutturali, non consentono l’installazione di pannelli solari. I parchi fotovoltaici condivisi risolvono questo problema offrendo un accesso indiretto ma efficace all’energia solare.

In questo ambito, diversi operatori stanno sviluppando soluzioni che uniscono trasparenza, tecnologia e localizzazione strategica degli impianti. Tra questi figura anche GridShare, impegnata in progetti di parchi solari condivisi progettati per massimizzare la produzione energetica attraverso tecnologie avanzate e siti con esposizione ottimale. La partecipazione avviene online e consente di investire importi modulabili, rendendo il fotovoltaico accessibile anche a chi dispone di budget ridotti.

Un investimento di medio-lungo periodo

L’adesione a parchi solari condivisi va considerata come un investimento di medio-lungo periodo: offre potenziali rendimenti stabili, benefici fiscali quando collegato a startup innovative e una forma di partecipazione diretta alla crescita dell’energia rinnovabile in Italia.

Conclusione

La Finanziaria 2026 conferma una linea prudente in tema di fotovoltaico domestico, con poche novità per i privati e incentivi concentrati sulle imprese. In assenza di nuovi strumenti dedicati alle famiglie, valutare alternative come i parchi solari condivisi può rappresentare una soluzione concreta per continuare a puntare sul solare senza affrontare gli oneri di un impianto domestico.