Prezzi fotovoltaico 2026: quali sono le tendenze per il nuovo anno?
Quali sono le tendenze dei prezzi del fotovoltaico per il 2026? Vediamo assieme numeri e trend di settore.
Negli ultimi dieci anni il prezzo dei pannelli solari è sceso con regolarità, contribuendo alla crescita del solare residenziale e alla diffusione dell’autoproduzione. Ma quali saranno le tendenze per il 2026? I costi continueranno a calare oppure si assisterà a un’inversione di rotta?
La domanda è tutt’altro che teorica: i prezzi dei pannelli rappresentano una componente fondamentale del costo complessivo di un impianto domestico, influenzando i tempi di ammortamento e il potenziale risparmio energetico. Per orientarsi serve quindi analizzare i fattori che incidono sulla formazione del prezzo, le diverse categorie di moduli presenti sul mercato e le dinamiche industriali ed europee che stanno ridefinendo la filiera.
Prezzi fotovoltaico 2026: un mercato tra calo della domanda e riduzione dell’offerta
Per interpretare le possibili tendenze del 2026 occorre osservare l’impatto combinato di due movimenti principali.
1. La produzione cinese in rallentamento
La Cina è da anni il principale produttore mondiale di moduli fotovoltaici. La sua capacità produttiva ha consentito, in passato, un forte calo dei prezzi grazie all’elevata disponibilità di pannelli.
Nel 2024 e 2025 però sono state introdotte misure interne per contenere la cosiddetta overcapacity, cioè l’eccesso produttivo rispetto alla domanda globale. Un freno deciso alla produzione comporta, inevitabilmente, una riduzione dell’offerta disponibile sul mercato internazionale.
Una minore offerta, in condizioni normali, tenderebbe a far salire i prezzi.
2. La domanda europea in flessione
Parallelamente, il mercato europeo sta attraversando una fase di rallentamento. Nel settore domestico la riduzione degli incentivi, la fine delle misure emergenziali post-crisi energetica e un processo di transizione più cauto stanno riducendo la domanda di nuovi impianti.
Anche il Green Deal europeo sta vivendo una fase di riadattamento: molti Stati membri hanno rallentato l’implementazione degli incentivi, in parte per vincoli di bilancio, in parte per ricalibrare gli obiettivi.
Un equilibrio instabile che rende difficile prevedere il trend 2026
La riduzione dell’offerta da parte della Cina e il calo della domanda europea producono effetti opposti sui prezzi. È questo che genera, per gli analisti del settore, un quadro di forte incertezza.
Al momento, non è possibile prevedere con precisione se il 2026 sarà caratterizzato da un aumento o da una stabilizzazione dei prezzi. Le dinamiche commerciali internazionali e le scelte politiche europee saranno determinanti nei prossimi mesi.
Le categorie di pannelli fotovoltaici e i prezzi di riferimento
Da oltre dieci anni, in Europa si utilizza un indice prezzi che classifica i moduli fotovoltaici in quattro categorie principali. Ogni categoria riflette una diversa efficienza tecnologica e, di conseguenza, un costo differente.
1. Pannelli ad alta efficienza (High Efficiency)
Moduli in silicio cristallino con efficienza superiore al 23 per cento.
Prezzo medio: circa 0,115 €/Wp.
2. Pannelli full black
Sempre moduli in silicio cristallino, caratterizzati da estetica omogenea completamente nera e rendimento elevato.
Prezzo medio: circa 0,13 €/Wp.
3. Pannelli mainstream
La categoria più diffusa, con efficienza inferiore al 23 per cento.
Prezzo medio: circa 0,10 €/Wp.
4. Pannelli low cost
Tecnologie obsolete, moduli usati o con garanzie limitate.
Prezzo medio: circa 0,055 €/Wp.
Il divario tra le prime tre categorie è ormai contenuto, mentre la quarta rappresenta una scelta che comporta rischi elevati dal punto di vista della durata e dell’affidabilità.
Quanto costa un impianto domestico nel 2026?
Applicando gli indici di prezzo attuali, un impianto domestico da 3 kW può costare:
- oltre 7.000 euro se realizzato con pannelli ad alta efficienza
- circa 4.500 euro con pannelli mainstream
Il valore finale dipenderà anche da inverter, struttura, cablaggi, installazione e pratiche autorizzative, voci che possono incidere fino al 40 per cento del totale.
Le politiche europee e il loro impatto sui prezzi
Un altro elemento da considerare riguarda la strategia energetica dell’Unione Europea. La riduzione degli incentivi per il fotovoltaico domestico potrebbe frenare la domanda nel 2026, influenzando soprattutto le categorie mainstream e full black.
Al contrario, gli impianti di taglia media e industriale, che utilizzano principalmente moduli ad alta efficienza, potrebbero registrare una crescita costante, sostenuta dalle direttive europee sulla decarbonizzazione delle imprese e dall’obbligo di elevare l’autoproduzione nel settore produttivo.
Nel frattempo, alcuni Paesi UE stanno studiando misure per incentivare l’acquisto di moduli prodotti nell’Unione, nel tentativo di rafforzare la filiera europea. Una strategia che, nel medio termine, potrebbe comportare un aumento dei costi rispetto ai pannelli importati.
Il risultato, anche in questo caso, è un quadro ancora indefinito: domanda in calo, offerta in contrazione, politiche in evoluzione.
Come proteggersi dalle possibili variazioni dei prezzi nel 2026
Chi sta valutando un investimento nel fotovoltaico può adottare alcune strategie per mitigare il rischio legato all’incertezza dei prezzi.
Scegliere soluzioni con costi fissati in fase di adesione
Una delle opzioni più interessanti è rappresentata dai parchi solari condivisi GridShare, modelli che permettono di partecipare a un impianto fotovoltaico di grande dimensione senza installare nulla a casa propria.
A differenza dell’impianto domestico, dove il costo varia in base all’andamento del mercato, nei parchi solari condivisi il prezzo dell’investimento viene definito al momento della sottoscrizione delle quote sulla piattaforma di equity crowdfunding. Da quel momento non cambia, anche se i prezzi dei pannelli dovessero aumentare nei mesi successivi.
Perché questa soluzione offre maggiore stabilità
- I grandi impianti utilizzano tecnologie ad alta efficienza acquistate tramite contratti industriali, meno esposti alla volatilità del mercato domestico.
- Gli investitori non devono affrontare i costi di installazione, manutenzione o burocrazia.
- Il rendimento deriva dalla vendita dell’energia prodotta, quindi l’impatto delle oscillazioni dei prezzi dei pannelli è molto limitato.
operatori come GridShare stanno sviluppando parchi solari condivisi in diverse aree d’Italia, adottando procedure regolamentate tramite piattaforme autorizzate di equity crowdfunding. Ciò consente agli investitori di aderire con un costo definito e documentato fin dall’inizio, indipendente dalle dinamiche di prezzo del mercato fotovoltaico domestico.
Conclusione
Il 2026 si prospetta come un anno di transizione per il mercato dei pannelli fotovoltaici: domanda in rallentamento, produzione cinese in contrazione e politiche europee in ridefinizione creano un contesto incerto, dove le previsioni sui prezzi restano necessariamente caute.
In questo scenario, chi vuole investire nel solare può valutare alternative meno esposte alle oscillazioni del mercato, come i parchi solari condivisi, che offrono costi stabiliti in fase di sottoscrizione e un accesso al fotovoltaico semplice, senza installazioni domestiche e con un rischio legato ai prezzi dei pannelli molto inferiore rispetto ai sistemi tradizionali.
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